lunedì 31 dicembre 2007

Potenza e notte


Veglio la città
nelle notti del sonno avaro,
profili e sussurri,
il forno sbuffa odoroso,
il lampione occhieggia obliquo.

La gatta dalle orme candide,
il noce spettrale dai frutti miracolosi,
il ponte Musmeci, rigida striscia di radi fari,
la stazione svelata dalle narici,
la campagna di luci fino all'orizzonte,
e il respiro del vento tra le case,
mentre il cane tenta un risveglio
come il mio sguardo ad ogni bagliore,
e intanto si slancia l'udito
in insperate avventure.

Veglio la città amata, e ne colgo il brivido
del gelo notturno spalmato di galaverna
sui tetti, dove all'alba
sbadiglieranno pigri pennacchi.

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