Eleonora Bellini mi ha inviato questa poesia sulla città, la pubblico con la gioia di chi riceve un dono prezioso.
La mia città
Non ho una città e le mie radici
affondano nel cuore, dileguano
in aperte radure, percorrono
solitari sentieri senza nome,
si avvinghiano alla mente,
rapaci come l’edera.
Sono le feriali vite e le stazioni
degli avi, sono i portici
favolosi di Saluzzo e di Torino
e le case di pietra, su verso il Sempione.
Sono le mutevoli sponde del Verbano
e le braccia aperte dei viali di Milano.
Sono i paesi vuoti di gente - i nuovi
dormitori - ed i golfi rosa ed oro del Cilento.
Sono i voli e i gridi delle estive rondini
nel cielo della piccola sua torre addormentata.
Sono il cratere, il nuovo lago, gli incontri,
le altre sponde.
il mio indirizzo è il luogo senza dove.
2 commenti:
Mi fa molto piacere ritrovare in questo spazio lucano la cara amica Eleonora a cui faccio i miei complimenti per questo bellissimo testo.
"le mie radici
affondano nel cuore, dileguano
in aperte radure, percorrono
solitari sentieri senza nome,
si avvinghiano alla mente,
rapaci come l’edera"
Mapi
http://mariapinaciancio.wordpress.com
Cara Mapi, queste tue radici "interiori" alimentate dall'energia della poesia, mi hanno fatto molto riflettere. Io sto cercando nella mia città, la città in cui vivo, nella quale sono giunta da piccolissima, le radici del mio esistere, del mio essere. Forse doveri guardare più a fondo, mi chiedo, nel cuore e nella mente? La città con la sua materialità mi consente oggi di ancorarmi alla terra, al cielo, alle nuvole, all'acqua stenta del fiume. In effetti, mentre cercavo la città, ho scoperto la natura, ma certo ancora non ho scoperto me stessa. Grazie, Mapi.
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