domenica 31 agosto 2008

Quiete


Ritorno alla città da un tumulto
di pensieri, parole, opere quotidiane.

E' notte. Aspiro il silenzio con l'odore
acido dell'aria che sale dalla ferrovia.

Il profilo del ponte orlato di luci
e di fari radi e necessariamente silenziosi.

Gli smerli delle luci su per la montagna pulsano
al ritmo dei borbottii notturni, sfumati dalla lontananza.

Ho rivisto ieri i ragazzi che hanno figli e farmacie,
li sfoglio ora con garbo dalla my gallery liceale.

Mio padre avvicina con qualche tormento
la morte, a piccoli passi lo guida l'eco del suo violino.

Tormenta e tormenti sul fronte politico. Ci si vorrebbe
addormentare, e risvegliarsi puri, avvolti in rossi drappi.


Alba. Silenzio. Attesa. Luce diffusa e grida lontane,
come un'idea di lotta buona e giusta. Le ristoppie fumano
lente sul bilico dell'orizzonte più vicino. Ritorno alla città
come sempre ardita di speranze, al fischio del treno.

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