mercoledì 16 gennaio 2008


Inizia questo giorno lungo affannato
nel luogo della sofferenza e dell'attesa,
dove si riconosce la fragilità come sorella
e della debolezza si assapora il gusto lento
e al dolore si affida il senso della vita
che sopravvive a sé stessa, imperscrutabile
dono neppure voluto, a volte.

Questo giorno giunge alla sua fine. Un singulto
di tenerezza o il grugnito di un abbandono
precipitano verso il buio, assecondano il nulla.
I piccoli cercano il gioco tra le braccia
delle madri disfatte e dei padri dalle vene tese
e le fronti arcuate e gli occhi pesti,
il gioco il gioco che inganna il sonno
e sconfigge l'orrore dell'abbandono.

Le ombre consuete declinano incubi qui
e gli enigmi dell'esistere sul versante della vita
o dell'agonia o della morte appaiono grammatica
senza segreti, mentre la luce fredda dei lampioni
lascia che l'oscurità indugi, per farsi poi nulla
profondo e irrimediabile.

La notte spoglia le strade del tappeto
d'auto e uomini e donne, sfoltisce i cortei
di amici parenti badanti, cancella i variopinti
colori dei visitatori e si riveste delle sfumature
imposte dai ruoli, le corsie biancazzurre
i letti candidi i camici tenui
gli altari addormentati. Le porte chiuse
a tutto tranne che ai desideri.

CASA Mostra d’arte contemporanea a cura del LAP Laboratorio di Arte Pubblica e della Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle arti di Napo...