venerdì 25 gennaio 2008

Potenza e l'albero di carnevale

L'albero non sa che il Carnevale gli ha donato
il costume di Arlecchino, né reclama la sua dignità
vegetale, né saprebbe difenderla qui dove degli alberi
puramente se stessi neppure sembra esserci memoria.

All'albero, vittima di una violenza quotidiana
che a molti sembra distrazione innocente, racconto oggi
il destino per sempre muto di quanti mai più conobbero
le gioie e le pene della vita, gli sberleffi del Carnevale,
i pianti ai funerali, le speranze delle nascite, gli obbrobri
del territorio, gli insulti ai diversi, le ferite delle guerre,
loro tutto lasciarono, lasciando un monito di silenzio
perenne nei lager nazisti, nei forni crematori,
nelle fosse comuni, nei pensieri a lutto dei padri
delle madri dei figli degli amici, dei nemici degli sconosciuti
resi pietosi dalla memoria. Che resista questa memoria
di loro, oggi e sempre, oltre ogni celebrazione comandata,
che mai più siano Arlecchini travestiti come quest'albero
violentato dall'incuria, mai anime sperdute nelle nuvole,
sottratte all'attenzione dall'abitudine, mai nomi su lapidi
per il lettore distratto dalla bellezza del monumento,
sempre siano creature sottratte alla vita dalla perversione
del potere di un uomo e di un popolo plagiato
da una folle promessa di potenza. Stretti nella mia mano
voglio tenere per sempre almeno un volto e un cuore, culla
memore per una vittima da consegnare ad altre mani
in una comune memoria del male della storia.

Oggi anche il ricordo di rari gesti buoni in un oceano
di delitti indicibili sia conservato nella memoria,
perché qui non muoia la speranza di una storia
degna di noi, uomini e alberi lasciati essere
semplicemente se stessi dal sentimento di una vita
illuminata dall'eroismo di gesti quotidianamente giusti.

Potenza e ferriera

E' la ferriera a donarci questo fiume di fumo
che si distende in pigre anse sulla valle
al taglio del confine tra città e campagna.

Al mattino lo inseguono i piccoli fiumi
condominiali per unirsi in un traslucido lago
dove affonda la linea d'archi del ponte Musmeci.

Ne senti l'odorino aspro in certe mattine di vento
leggero, quando ti viene incontro quel fiume
dove annega il tuo respiro. Se guardi il cielo

ti stupisce tutto quel lindore, quell'azzurro
che inganna lo sguardo mentre consola
il cuore. Ascolto la voce delle vane

battaglie: - via la ferriera, via quel fiume
di fumo, via quel cancro sottile che ti prende
alla gola per invaderti il petto e la vita, in fine -.

24 Gennaio 2008 Potenza un istante dopo

Tra quest'istante e il tempo che verrà
non si frappone che un respiro del vento, forse
il gemito di una donna, il pentimento di un uomo,
dopo quest'istante non resta che un sospiro arreso
prima che la notte metta fine al tormento.


La Giuria della 60. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere, di Elisa Laraia

Elisa Laraia Sta per aprire i battenti la 60. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia dal titolo Stranieri Ovunqu...