Alle porte della città si è fermata
la neve di Marzo, mentre il gelo
combatte con i primi raggi del sole.
Riscrivo così il profilo della città
nel mio tacquino di viaggiatrice
immaginaria e chiedo la tutela
della memoria, se non dovessi,
al ritorno dal nulla e dal mai,
riconoscere le grandi volte
delle strade che salgono al cielo
e i nidi che caparbi abitano i gerani
sui balconi e i balconi addobbati
di panni irrigiditi dal gelo notturno,
e le finestre sul fiume, ammaliate
dal cielo blunotte infisso di stelle.
Nell'inventario della mia memoria
urbana nulla manca della mia città,
sul davanzale mi attende e mi cattura
ogni volta al ritorno dal dove e dal quando,
se, abbacinata dal sole, ancora indugio
tra il dentro e il fuori del mio balcone,
e mi adagia, piuma ribelle tra le piume
dei colombi domestici, sulla panca
delle meditazioni. E lì mi lascia,
presa io stessa nella stasi del gelo
del mattino, a contare le finestre
fino al sonno, come conterò le stelle
fino al risveglio, su un altro orizzonte.
Un luogo questo, per la scrittura e la lettura, creato da "paroladidonna" con un'ottica di genere, ma aperto a tutti. L'obiettivo è la creazione di uno spazio collettivo tra vita, informazione e letteratura
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