lunedì 1 giugno 2009

In attesa

Non si erano lasciati da molto. Ma già si desideravano. Il cell li congiungeva mentre andavano in ufficio. Il solito tram, lei, la solita macchina, lui. Nel traffico surriscaldato di fine luglio era un piacere sentire i freschi sussurri di Adua. E Adua dimenticava gli odori acri del vicini, godendo ancora del corpo di Berto, fresco di doccia. Il cell, praticamente sempre acceso, li univa in ogni gesto e silenzio. Il rumore delle carte spostate sulla scrivania, il dlin della cassa ad ogni scontrino. Una vita all'unisono. Ci ridevano su, quando a sera si baciavano. Si rinfacciavano le pause: - Ma come, per 10 interi minuti non ho sentito neanche un fruscio! -. E tu, possibile per un quarto d'ora neanche uno scontrino, ma dai! -. Erano momenti di gioiosa bagarre. Così la vita era meno grigia, l'attesa meno dura. Quanto tempo era passato da quel boato che aveva per sempre riempito la memoria del suo cell? Ora non restava che l'attesa di un altro boato che svuotasse definitivamente e per sempre la sua memoria.

Nessun commento:

CASA Mostra d’arte contemporanea a cura del LAP Laboratorio di Arte Pubblica e della Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle arti di Napo...