I pallidi raggi di un sole fasciato
di nubi sulla campagna battuta
dal vento, oltre la città. Inumidite
di pioggia minuta e fitta le sue spalle
tenere d'erba e fiori di mandorlo
cedono al tormento del freddo. Smarrito,
il fantasma della Primavera lungo
le valli brevi insegue gli sbuffi
di nebbia che filtrano luce e tepori
ormai dimenticati. Pallido il ventaglio
di luce mi raggiunge intanto dentro
l'anima: un uomo morì e muore di civiltà
ogni giorno. Ma a stordire l'inerzia
non vale il rapido battito della pioggia,
né l'urto imprevedibile del vento,
né l'ombra che nasconde dietro l'orlo
del tetto un'attesa di luce. Lieve affiora
l'imago di una primavera, è un petalo
del noce, svagato dono della raffica
rapinosa che ha reso magico il tappeto
sospeso sul vuoto della mia distrazione,
un petalo, dunque, di un ovvio tenero rosa,
dai piccoli occhi bianchi sul breve corpo
legnoso. Così la rondine immaginaria
mi garrisce attorno: saràprimavera
saràprimavera saràprimavera.
.
Un luogo questo, per la scrittura e la lettura, creato da "paroladidonna" con un'ottica di genere, ma aperto a tutti. L'obiettivo è la creazione di uno spazio collettivo tra vita, informazione e letteratura
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