che si distende in pigre anse sulla valle
al taglio del confine tra città e campagna.
Al mattino lo inseguono i piccoli fiumi
condominiali per unirsi in un traslucido lago
dove affonda la linea d'archi del ponte Musmeci.
Ne senti l'odorino aspro in certe mattine di vento
leggero, quando ti viene incontro quel fiume
dove annega il tuo respiro. Se guardi il cielo
ti stupisce tutto quel lindore, quell'azzurro
che inganna lo sguardo mentre consola
il cuore. Ascolto la voce delle vane
battaglie: - via la ferriera, via quel fiume
di fumo, via quel cancro sottile che ti prende
alla gola per invaderti il petto e la vita, in fine -.
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