domenica 26 luglio 2009

In attesa dell'apocalisse.

26 Luglio 1945.

Yamamoto e Akihiro erano sulla riva del fiume. Avevamo 14 anni, studenti del secondo anno della scuola superiore, pronti a difendere il nostro Paese. Amavamo il calcio e tutto il tempo libero dallo studio lo passavamo al fiume al campo da gioco della scuola. C'era la guerra, da 15 anni, ma noi vivevamo la nostra normalità di ragazzi. “Andate, soldati, andate!” - questa frase appariva nei libri di scuola che avevo letto alle elementari. Educazione fortemente militarista. La maggioranza di noi delle scuole superiori davano per scontato che saremmo diventati militari. Io stesso pensavo di entrare nell'Aeronautica della Marina Militare presso Kasumigaura, nella prefettura di Ibaraki. A scuola indossavamo tutti un'uniforme, giacchetta bianca con sette bottoni, pantaloni bianchi e un cappello anch'esso bianco. Ma la divisa dei piloti era molto piu' bella. I nostri insegnanti di raccontavano di quale privilegio fosse diventare un pilota di aerei della Marina Militare, e di come fosse giusto e necessario marciare in territorio nemico e uccidere piu' nemici possibile. E noi credevamo loro. Quel giorno a circa 1,4 chilometri dall'ipocentro, il punto dell'esplosione della bomba. Quel giorno lessi un volantino che ci invitava a dichiararci sconfitti e ad abbandonare le armi. Non dimentico il gesto di rabbia con cui lo strappai. (Liberamente tratto da http://www.inicom.com/hibakusha/

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