martedì 25 novembre 2014

Le strade delle donne

Ricostruzione di un ambiente del palazzo principesco in cui visse la "principessa di Vaglio"

Strade che ricordano donne, come a Potenza Laura Battista, Luisa Sanfelice, Ondina Valla, Isabella Morra e Anna Maria Ortese, rappresentano un importante strumento educativo, il nome di una strada, infatti, entra nella quotidianità dei cittadini con discrezione o in modo incisivo, a seconda dell'uso che di quella strada si fa, casuale, occasionale o costante. Se si fa una proporzione tra le tante strade della città e le cinque dedicate alle donne citate, non sfugge a nessuno quanto irrilevante sia questo numero. Come reagisce, consapevolmente o meno, la mentalità collettiva di fronte alla scarsità di strade intitolate a donne? Tre gli atteggiamenti, in genere: il primo è di indifferenza, il secondo convinto che non vi siano donne di tale rilievo da intestare loro delle strade, il terzo indignato per lo scarso rilievo che la società contemporanea, nonostante la generale presa d'atto, evidentemente d'atto più che di coscienza, della “parità” tra uomo e donna, continua a considerare “un caso” l'intitolazione di una strada a una donna. In ogni caso si evidenzia che le donne non hanno ancora abbastanza potere lì dove si decidono i nomi delle strade, nelle amministrazioni locali che sono ovviamente specchio delle comunità. E' dalla volontà di invertire la tendenza generale, che è nato il gruppo di Toponomastica femminile, ideato dalla professoressa Maria Pia Ercolini, da molti anni attiva a livello nazionale nella diffusione della parità nella Toponomastica, gruppo cui Telefono Donna con la sua Presidente Cinzia Marroccoli ha subito aderito, divenendone referente per la Basilicata, con l'intento di mettere in pratica l'idea di intitolare strade a donne di rilievo, in base alla considerazione che sono tante, basta studiare solo un po' o ripensare con sguardo di donna la comunità in cui si vive. E', dunque, in questa logica che già tra anni fa Telefono Donna propose con il Comune di Potenza una consultazione popolare online su nomi di donne cui intestare strade del capoluogo e che quest'anno per il 25 novembre, giornata internazionale per la eliminazione della violenza sulle donne, ha riproposto l'idea con l'evento “Le strade delle donne | le voci e i volti delle donne della Città”, in cui sono state proposte alcune candidature, solo indicative, perché, come si diceva, basta studiare un po' per vedere affollarsi all'orizzonte della Toponomastica tanti nomi importanti di donne meritevoli di memoria. Telefono Donna ha proposto quattro intitolazioni, la “Principessa di Vaglio”, le Clarisse di San Luca, Carolina Addone Pomarici, Ester Scardaccione, sottoponendo la sua proposta alla cittadinanza attraverso i Laboratori Urbani del LAP Laboratorio permanente di Arte Pubblica, che ha incontrato donne e uomini nelle scuole, nelle sedi accociative, nelle piazze e nelle strade di Potenza, chiedendo di esprimere un parere sui nomi proposti e di fare altre proposte, la sintesi un video, regia di Elisa Laraia, Art Director LAP, che è stato proposto nel museo Archeologico Adamesteanu. La “Principessa di Vaglio”, la cui tomba con gli arredi funerari è conservata nel Museo Adamenteanu, è una bambina sepolta con gli onori di una principessa, che ci parla di una società antichissima in cui le donne avevano un posto di rilievo, sia nelle cariche pubbliche che nell'imprenditoria. L'idea di intitolare una strada alle Clarisse di San Luca è nata dalla constatazione che esiste a Potenza una strada intitolata ai Sacerdoti liberali, mentre nessuna strada ricorda il ruolo che le Clarisse ebbero il 18 agosto 1860, quando parteciparono a sovvertire l'ordine borbonico, issando per prime il vessillo italiano dal tetto del convento e offrirono ai patrioti le loro riserve di legna per contribuire a costruire barricate con cui difendere la città di Potenza. Carolina Addone Pomarici è forse quella che meglio corrisponde al ruolo che, a sentire i ragazzi della scuola media dell'I.C. Torraca – Bonventura, molti vorrebbero vedere valorizzato, quello delle madri, delle nonne, delle donne della casa, insomma, che incidono profondamente nella formazione dei loro figli e nipoti. Carolina Addone Pomarici, infatti, ha rappresentato la donna che educa, trasmettendoli di generazione in generazione, ai valori della libertà, che indirizza i figli e il marito verso quei valori e con loro collabora nel compiere azioni di grande rilievo culturale e politico, che segna dunque la storia con quegli eroici piccoli passi quotidiani, su cui essa si costruisce. Ester Scardaccione, impegnata nella società come modello della donna contemporanea, affermata avvocata divorzista, attiva Presidente della Commissione Pari Opportunità, sempre presente nella vita della città, e non solo, nella difesa delle donne e nella promozione di una cultura non sessista. Un modello che si sente con forza ancora oggi nella memoria di tante donne e che è giusto non affievolisca. Ester Scardaccione, cui è intitolata la Casa per donne maltrattate gestita da Telefono Donna, ha indicato una nuova strada alle donne lucane, ed è giusto che una nuova strada nel capoluogo ne rafforzi e conservi la memoria. 

Carolina, educatrice dei valori della libertà
L'iconografia delle Clarisse 



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