Artefici del nostro destino
Un progetto dal titolo significativo “Artefici del nostro destino” è stato presentato stamattina in conferenza stampa in modalità telematica, progetto che prenderà il via in occasione dell’8 marzo. Il progetto, curato dall’Associazione Per la Libera Università delle Donne, presidente Adriana Salvia, si caratterizza per l’approccio multidisciplinare che spazia dall’educazione civica all’arte e ha visto la collaborazione di istituzioni pubbliche e private. Esso vuole celebrare i traguardi raggiunti da donne più o meno note, come modelli positivi per le giovani donne, che troppo spesso non sono spinte alla realizzazione delle proprie aspirazioni dalle difficoltà che si parano loro davanti. Hanno descritto il progetto Angela Blasi e Cristiana Coviello, che l’hanno ideato e proposto all’Associazione presieduta da Adriana Salvia per la realizzazione delle sue diverse fasi. “La questione – ha detto Coviello – è che la storia viene raccontata dai maschi, mentre i modelli femminili vanno cercati da sole, bisogna disinnescare il meccanismo che oggi trionfa anche nei social, che vi siano cose da maschio e cose da femmina. Le donne possono scegliersi il loro futuro, liberamente, nella consapevolezza che ciò sia difficile anche per un uomo. Con le immagini di donne che hanno raggiunto i loro obiettivi, con il valorizzare i saperi delle donne, riteniamo attuabile l’abbattimento di stereotipi. Appena possibile porteremo il progetto nelle scuole, dove le nuove generazioni si formano ancora su modelli vecchi.”. Angela Blasi ha affermato che l’obiettivo è far in modo che le giovani donne possano capire che i sogni si possono realizzare, soprattutto se si collabora. “Ringrazio per questo – ha detto - la regista Rosita Larocca, che ci ha aiutato a rendere visibili i nostri obiettivi, Luca Sanchirico, che ha realizzato il manifesto, e lo Studio Namias di Giuseppe e Marco Fedele per il video e la comunicazione. Adriana Salvia ha affermato di aver accolto con entusiasmo la proposta di Coviello e Blasi di condividere il progetto, che già nel titolo, “ Artefici del nostro destino”, ha la chiave dell’impegno che l’Associazione Per una libera Università delle Donne da 10 anni porta avanti, secondo i propri scopi statutari. “Dare valore – ha detto Salvia- a figure che sono conosciute superficialmente, a volte misconosciute, per mostrarne la forza e la determinazione, significa far capire che esse sono una risorsa imprescindibile della società civile, ancora troppo intrisa di modelli patriarcali. Compito del femminismo rovesciare la prospettiva maschilista, con il dare un messaggio di positività alle ragazze, facendo capire loro che possono scegliere qualunque strada.”. L’Assessora alle Pari Opportunità del Comune di Potenza, Vittoria Rotunno, e Margherita Perretti, Presidente CRPO Basilicata, hanno sottolineato l’aspetto di promozione della figura della donna, che deve trovare nell’8 marzo un momento di riflessione e di azioni positive. La prima iniziativa il prossimo 8 marzo nella città di Potenza, con l’esposizione di un manifesto 7x7 sul palazzo che affaccia sul ponte Musmeci all’ingresso alla città capoluogo. Dal manifesto i volti di 24 donne che hanno raggiunto un posto di rilievo in campi diversi - dalla musica allo sport, dalla ricerca scientifica all’informazione - nella società contemporanea, parleranno alle giovani generazione dell’impegno e delle possibilità di raggiungere i propri sogni e progetti: Beatrice Venezi, Bebe Vio, Giovanna Botteri, Federica Brignone, Samantha Cristoforetti, Oriana Fallaci, Nilde Iotti, Fiorella Mannoia, Franca Rame, Sthephanie Frappart, Saragama, Greta Thunberg, Rita Levi Montalcini, Kamala Harris, Lagarde, Lagossena Bassi, Lina Wertmuller, Livia Turco, Malala Yousafzai, Alda Merini, Tina Anselmi, Ilaria Alpi, Ursula Von Der Leyen. Una selezione operata con difficoltà tra 150 donne individuate come capaci di modificare i modelli dominanti, che ancora purtroppo inglobano pregiudizi e stereotipi provenenti da una società patriarcale che è difficile modificare, ciò può essere fatto solo in una logica di rete e sostegno tra le donne.
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