mercoledì 24 novembre 2021

 



Intervista a Cecilia Seta 

di Lorenza Colicigno


Cecilia Seta (foto di Christower Dae)

 Mi sono proposta un obiettivo in questa serie di interviste legate a 2Lei. Cercare la chiave che apre quel più o meno sottile confine che separa il mondo reale dal mondo immateriale o virtuale che dir si voglia. Vuoi parlarci di te, dunque, Cecilia? Qual è la molla che ti ha portato dalla vita reale alla vita immateriale?  Vogliamo spiegare a chi ci legge qual è il percorso in genere, e, soprattutto, qual è il tuo? E’ una logica di contrasto o di completamento?

 Allora vediamo di fare mente locale, ma prima pongo una domanda alla quale proverò a rispondere dopo, e cioè siamo sicure che sia proprio un mondo virtuale e che non sia altro?

Allora, Cecilia Seta, anzi Seta Rosea, anzi cordediseta rosea, nasce oltre 11 anni fa nel mondo “ virtuale” di Second Life. Entro in questa realtà per averne sentito parlare e per curiosità. Il primo anno ricordo che lo passai a capire cosa fosse, non sapevo far nulla, ma proprio zero. Poi pian piano presi coscienza di ciò che mi circondava. E’ il mio vizio devo sempre capire ciò che mi circonda altrimenti sto male e vado via. La cosa che mi colpì in quei primi anni erano i colori che incontravo ovunque. Incredibile non avevo mai visto tutta quella espressione di colori e questo mi sorprese, ma il pensiero che mi travolse era quello di stare a stretto contatto con il mondo. Mi spiego potevo “ viaggiare” e incontrare persone di altre aree geografiche, dialogare e conoscere  direttamente usi e costumi di culture molto diverse dalla mia.

Era una esperienza nuova, qualcosa che mi arricchiva in maniera splendida, mi aprì orizzonti di conoscenza che nemmeno immaginavo. Iniziai a conoscere certe emozioni che poi mi sarebbero servite più avanti per quella che è la mia passione … scrivere.

Riprendendo la tua domanda su quale sia il percorso fatto, credo che ogni persona deve avere il suo, parlo del mio, ma non sarà mai uguale a quello di un’altra. Può avere punti di collegamento questo sì, ma poi ognuna si crea il proprio percorso. Posso dire, e non vorrei scadere nella banalità, ma è fondamentale: se hai un’idea portarla avanti, ma ci devi credere tu per prima, altrimenti non prenderà mai corpo quel pensiero.

E per quanto riguarda la domanda che mi sono fatta all’inizio, il virtuale sta ad indicare un aspetto legato alla tecnologia che ci aiuta a mettere in piedi questo mondo. Non ci può essere una Cecilia in real life e una in Second Life e una in Craft World. Io sono questa con i miei 1000 e più difetti, come faccio a lasciarli nella rl e a diventare perfetta in SL? … Impossibile, magari potessi, ma proprio non ci riesco e me li porto dietro tutti, non ne lascio nemmeno uno.

Quindi, il cosiddetto mondo virtuale è a mio avviso una sorta di prolunga, dove posso esprimermi per ciò che non riesco a fare in RL per una serie di motivi, diciamo che Seta è la mia espressione emotiva di Cecilia e in fondo una Seta Rosea non esiste. Esiste Cecilia … Seta è una sua estensione alla quale Cecilia deve molto.

  Ho avuto modo di apprezzare i tuoi testi teatrali e la tua facilità a tradurre ogni occasione in qualcosa di creativo, versi, racconti, progetti multimediali. Cosa aggiungono Second Life o Craft World alla tua vena creativa? In particolare vorrei che mi parlassi di Da Kabul e 7735, due tuoi straordinari testi resi con intensità dalla voce di Fiona Saiman. E’ evidente il loro legame con 2Lei, ma al di là dell’occasione questi testi rivelano una profonda sensibilità al tema della violenza contro le donne.

 Ecco qui entriamo in un campo minato che è quello emotivo, del quale ho sempre enorme difficoltà a parlarne. Ci provo dai, Lorenza, sei la prima con la quale ne parlo, poi lo leggeranno altri … chissà forse capiranno certe mie debolezze.

Allora, io scrivo testi teatrali da circa 6 anni, se non erro. Ho iniziato scrivendo una cosa, un pensiero come fanno altri 100 milioni di persone. Non so come accadde, lo lesse una persona e mi disse: “Cos’è sta roba?”. Un po' ci rimasi male, dissi tra me e me …beh! poteva essere un po' più carina e le dissi che non era nulla di particolare, se non un foglio da strappare. Mi rispose: “Se lo butti non mi parlare più”. Rimasi sorpresa, come puoi ben capire, per farla breve questa persona si era emozionata nel leggerlo. Non lo buttai chiaramente, e iniziai a scrivere altre cose, credimi discretamente orrende. Però poi una volta accadde in SL un fatto strano. Ero presente a un dialogo con alcune persone e fui colpita da una storia, mi emozionò e io provai a scrivere di quella emozione.

Fu il la a ciò che faccio oggi, traduco le emozioni mie o di altri e le scrivo su un foglio.

Tutto questo mi ha permesso di ottenere molte soddisfazioni in SL. Ho pubblicato 5 libri nel corso di questi anni. Ho portato in scena circa 35 spettacoli teatrali attraverso 3 compagnie teatrali. Ho ricevuto 4 riconoscimenti dalla Linden Lab attraverso la sua bretella culturale, la SLEA. Ho vinto un premio internazionale letterario. Con il lavoro delle persone che mi hanno accompagnata siamo riuscite a riempire i teatri e per SL è un fatto quasi rivoluzionario, considerando che certi numeri si ottengono solo per concerti o serate in discoteche, insomma qualche soddisfazione me la son presa.

Per quanto riguarda i testi da te citati, sono molto diversi tra loro, “Da Kabul” è un voler capire una situazione a me così lontana ma talmente coinvolgente sul lato emotivo che non è stato difficile farmi travolgere da quella storia che prende spunto da un fatto reale, che io ho solo romanzato, cercando di non snaturare la storia e la realtà che le Donne Afghane vivono, e sono storie drammatiche.

7735 invece è la pura espressione di una emozione. Mi spiego, ho tradotto una mia emozione in questo caso di una storia in SL di amicizia sfumata, trasportandola in una espressione di dolore e speranza futura, cercando di far capire che, pur essendo trascorsi 7735 giorni da quel lontano 17 settembre del 1999, quando fu riconosciuta ufficialmente come problematica mondiale la violenza sulle Donne, purtroppo siamo ancora molto lontane da una condizione accettabile per la Donna che preveda la totale assenza di qualsiasi forma di violenza nei suoi confronti.

7735 è qualcosa che andrebbe ascoltato, e non perché l’ho scritto io, ma per ciò che racconta , per far sì che il tempo che non è infinito non passi invano, che non si raccolgano più “foglie” che cadono  a terra, perché ogni foglia è un pezzo di noi che non ritroviamo più e questo non è accettabile, proprio non lo è. Un piccolo consiglio, guardate il film che è nato da questo spettacolo e che verrà presentato la sera del 25 Novembre. Un lavoro eccellente di Sergeji e di Fiona. Lasciami terminare questo pensiero citando nuovamente Fiona. Ha dato colore ai miei 2 testi, è entrata dentro alle parole, alle immagine da me create e ne è uscita una fragranza che ha saputo dare freschezza all’aria che respiriamo e, quando lo sentirete interpretare, ringraziate lei non me.

Inoltre permettimi di citare e di ringraziare due persone per un testo teatrale portato in Second Life proprio in questa edizione del 2lei. Per “Le due facce di una tragedia”, il testo di cui parlo, ringrazio sia John che Alecta per la loro splendida interpretazione, molto emozionante e coinvolgente, e la scenografa Morgan per il lavoro effettuato.

 

Da Kabul di Seta Rosea in SL

 

Second Life ha dato molto ai miei testi, li ha in qualche modo plasmati, li ha resi possibili. Io in Real Life non sono una scrittrice, a dir la verità non sono una scrittrice nemmeno qui in Second Life o in Craft World, lo preciso perché non vorrei che si indignassero le vere scrittrici. Una volta una mia amica, già… una mia amica, mi definì, “una vampira di emozioni”… forse aveva ragione. Quindi ti dicevo che Second Life, e spero anche Craft World dove sono da poco, sappiano tutte e due darmi, donarmi quelle emozioni per me indispensabili per continuare a scrivere. Chiedo che mi aiutino ancora, ne ho bisogno, senza emozioni vivrei male o proprio non vivrei.

Per quanto riguarda il legame che unisce i miei testi al 2LEI dove sono anni ormai che presento i miei spettacoli teatrali, il connubio è naturale. La violenza sulle Donne è qualcosa di così anti civile, anti culturale anti umano che l’esistenza dell’essere umano  possa proporre. Mi produce dolore esistenziale e tutto ciò non è possibile tollerarlo. C’è qualcosa di marcio nell’essere umano e va combattuta questa piaga iniziando a proporre un cambiamento culturale sin dalla giovane età, sin dentro le scuole elementari. Si è persa la dimensione della società civile, la mente si è liquefatta sotto il peso dell’ignoranza e questo non è possibile.

 Quale pensi che possa essere il contributo di 2Lei in Craft World come in Second Life nel cambiare o nel contribuire a cambiare il modo di relazionarsi tra donne e uomini?

 E’ un contributo importante, per certi versi indispensabile. Un contributo che va tenuto vivo tutto l’anno. Abbiamo portato testimonianze esterne in questa edizione del 2lei in Craft da parte di una giornalista e di una responsabile di un centro antiviolenza di Potenza. Ecco credo che questa sia una finestra che deve essere ampliata proprio per dare una immagine sempre più ampia alla rassegna. Vanno bene le esposizioni artistiche, vanno bene gli spettacoli teatrali , ma a mio avviso va dato un maggior spazio agli interventi esterni. Io è la prima volta che partecipo come collaboratrice dell’organizzazione in Craft World, ma credo che forse andrebbe anche rivista la suddivisione che c’è stata in questa ultima edizione tra Craft e Second Life. Siamo quasi alla fine della rassegna e quindi ho una visione più chiara di questa edizione che in Craft, per esempio, ha dato risultati importanti con un impegno costante per la sua realizzazione. Ci sono state persone che si sono adoperate molto, hanno lavorato molto per mettere a proprio agio tutte e tutti gli artisti che sono stati chiamati a partecipare e di questo gliene va dato atto e il mio grazie a loro per tutto il lavoro svolto a partire da Rosanna passando per Rubin, Fiona, Sergeji, Eva , Maria e a te, Lorenza, un grazie di cuore.

Grazie a te, Seta, perché nei tuoi scritti ciascuna di noi ritrova una parte di sé, delle proprie emozioni.

 Però, e come al solito c’è sempre un però, vorrei ricordare che ho iniziato la mia collaborazione per il 2lei in Second Life, dove ci sono persone capaci e di spessore umano. Ho avuto dei contrasti con loro e sono passata nell’organizzazione in Craft, ma proprio per questo dico che al di là dei contrasti poi di fondo c’è una amicizia che lega le persone e soprattutto l’unità di intenti che va sfruttata fino in fondo. Ho commesso degli errori andando via, lo so perfettamente come credo che  sappiano quelli che hanno commesso loro, però poi c’è un messaggio da divulgare, c’è una impronta da dare attraverso il 2lei per eliminare questo magma che attanaglia la società, la violenza  di genere, la violenza sulle Donne. Quindi spero che si riesca a fare qualcosa perché io ho avuto la fortuna di trovare persone capaci in Craft , ma con un pizzico di voglia in più anche in Second Life si può fare qualcosa di importante, ci credo fermamente. Il giudizio è tranciante, l’opinione è itinerante … apre orizzonti e gli orizzonti che queste due realtà hanno possono essere illuminanti.

 

Da Kabul in Craft World

Concludo dicendo che metterò sempre a disposizione il mio fare, poco o tanto, per questa causa che sia in Second Life o in Craft World. I luoghi alla fine hanno una importanza relativa, le persone invece lasciano tracce indelebili.

 

Grazie, Seta, è vero, ognuno ha il suo percorso, le sue ragioni per aprirsi a nuovi orizzonti, benché virtuali o immateriali. Sono pienamente d’accordo con te sul fatto che, dovunque ci si porti, la nostra sensibilità ci accompagni, ci segua, anzi si affini proprio nell’impatto con il mondo virtuale, laddove si mettono in moto tutti i sensi per supplire alla natura rigida dello strumento di comunicazione. Complimenti per la tua scrittura, che offre contenuti alla nostra riflessione, in questa fase del progetto 2Lei, sia con il linguaggio teatrale sia con quello filmico.

 

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