Intervista a Cecilia Seta
di Lorenza Colicigno
Mi sono proposta un obiettivo in
questa serie di interviste legate a 2Lei. Cercare la chiave che apre quel più o
meno sottile confine che separa il mondo reale dal mondo immateriale o virtuale
che dir si voglia. Vuoi parlarci di te, dunque, Cecilia? Qual è la molla che ti
ha portato dalla vita reale alla vita immateriale? Vogliamo spiegare a chi ci legge qual è il
percorso in genere, e, soprattutto, qual è il tuo? E’ una logica di contrasto o
di completamento?
Allora, Cecilia Seta, anzi Seta Rosea, anzi
cordediseta rosea, nasce oltre 11 anni fa nel mondo “ virtuale” di Second Life.
Entro in questa realtà per averne sentito parlare e per curiosità. Il primo
anno ricordo che lo passai a capire cosa fosse, non sapevo far nulla, ma
proprio zero. Poi pian piano presi coscienza di ciò che mi circondava. E’ il
mio vizio devo sempre capire ciò che mi circonda altrimenti sto male e vado
via. La cosa che mi colpì in quei primi anni erano i colori che incontravo
ovunque. Incredibile non avevo mai visto tutta quella espressione di colori e
questo mi sorprese, ma il pensiero che mi travolse era quello di stare a
stretto contatto con il mondo. Mi spiego potevo “ viaggiare” e incontrare persone
di altre aree geografiche, dialogare e conoscere direttamente usi e costumi di culture molto
diverse dalla mia.
Era una esperienza nuova, qualcosa che mi arricchiva
in maniera splendida, mi aprì orizzonti di conoscenza che nemmeno immaginavo.
Iniziai a conoscere certe emozioni che poi mi sarebbero servite più avanti per
quella che è la mia passione … scrivere.
Riprendendo la tua domanda su quale sia il percorso
fatto, credo che ogni persona deve avere il suo, parlo del mio, ma non sarà mai
uguale a quello di un’altra. Può avere punti di collegamento questo sì, ma poi
ognuna si crea il proprio percorso. Posso dire, e non vorrei scadere nella
banalità, ma è fondamentale: se hai un’idea portarla avanti, ma ci devi credere
tu per prima, altrimenti non prenderà mai corpo quel pensiero.
E per quanto riguarda la domanda che mi sono fatta
all’inizio, il virtuale sta ad indicare un aspetto legato alla tecnologia che
ci aiuta a mettere in piedi questo mondo. Non ci può essere una Cecilia in real
life e una in Second Life e una in Craft World. Io sono questa con i miei 1000
e più difetti, come faccio a lasciarli nella rl e a diventare perfetta in SL? …
Impossibile, magari potessi, ma proprio non ci riesco e me li porto dietro
tutti, non ne lascio nemmeno uno.
Quindi, il cosiddetto mondo virtuale è a mio avviso
una sorta di prolunga, dove posso esprimermi per ciò che non riesco a fare in
RL per una serie di motivi, diciamo che Seta è la mia espressione emotiva di
Cecilia e in fondo una Seta Rosea non esiste. Esiste Cecilia … Seta è una sua
estensione alla quale Cecilia deve molto.
Allora, io scrivo testi teatrali da circa 6 anni, se
non erro. Ho iniziato scrivendo una cosa, un pensiero come fanno altri 100
milioni di persone. Non so come accadde, lo lesse una persona e mi disse:
“Cos’è sta roba?”. Un po' ci rimasi male, dissi tra me e me …beh! poteva essere
un po' più carina e le dissi che non era nulla di particolare, se non un foglio
da strappare. Mi rispose: “Se lo butti non mi parlare più”. Rimasi sorpresa,
come puoi ben capire, per farla breve questa persona si era emozionata nel
leggerlo. Non lo buttai chiaramente, e iniziai a scrivere altre cose, credimi
discretamente orrende. Però poi una volta accadde in SL un fatto strano. Ero
presente a un dialogo con alcune persone e fui colpita da una storia, mi
emozionò e io provai a scrivere di quella emozione.
Fu il la a ciò che faccio oggi, traduco le emozioni
mie o di altri e le scrivo su un foglio.
Tutto questo mi ha permesso di ottenere molte soddisfazioni
in SL. Ho pubblicato 5 libri nel corso di questi anni. Ho portato in scena
circa 35 spettacoli teatrali attraverso 3 compagnie teatrali. Ho ricevuto 4
riconoscimenti dalla Linden Lab attraverso la sua bretella culturale, la SLEA.
Ho vinto un premio internazionale letterario. Con il lavoro delle persone che
mi hanno accompagnata siamo riuscite a riempire i teatri e per SL è un fatto
quasi rivoluzionario, considerando che certi numeri si ottengono solo per
concerti o serate in discoteche, insomma qualche soddisfazione me la son presa.
Per quanto riguarda i testi da te citati, sono molto
diversi tra loro, “Da Kabul” è un voler capire una situazione a me così lontana
ma talmente coinvolgente sul lato emotivo che non è stato difficile farmi
travolgere da quella storia che prende spunto da un fatto reale, che io ho solo
romanzato, cercando di non snaturare la storia e la realtà che le Donne Afghane
vivono, e sono storie drammatiche.
7735 invece è la pura espressione di una emozione. Mi spiego,
ho tradotto una mia emozione in questo caso di una storia in SL di amicizia
sfumata, trasportandola in una espressione di dolore e speranza futura,
cercando di far capire che, pur essendo trascorsi 7735 giorni da quel lontano
17 settembre del 1999, quando fu riconosciuta ufficialmente come problematica
mondiale la violenza sulle Donne, purtroppo siamo ancora molto lontane da una
condizione accettabile per la Donna che preveda la totale assenza di qualsiasi
forma di violenza nei suoi confronti.
7735 è qualcosa che andrebbe ascoltato, e non perché
l’ho scritto io, ma per ciò che racconta , per far sì che il tempo che non è
infinito non passi invano, che non si raccolgano più “foglie” che cadono a terra, perché ogni foglia è un pezzo di noi
che non ritroviamo più e questo non è accettabile, proprio non lo è. Un piccolo
consiglio, guardate il film che è nato da questo spettacolo e che verrà
presentato la sera del 25 Novembre. Un lavoro eccellente di Sergeji e di Fiona.
Lasciami terminare questo pensiero citando nuovamente Fiona. Ha dato colore ai
miei 2 testi, è entrata dentro alle parole, alle immagine da me create e ne è
uscita una fragranza che ha saputo dare freschezza all’aria che respiriamo e, quando
lo sentirete interpretare, ringraziate lei non me.
Inoltre permettimi di citare e di ringraziare due
persone per un testo teatrale portato in Second Life proprio in questa edizione
del 2lei. Per “Le due facce di una tragedia”, il testo di cui parlo, ringrazio
sia John che Alecta per la loro splendida interpretazione, molto emozionante e
coinvolgente, e la scenografa Morgan per il lavoro effettuato.
Da Kabul di Seta Rosea in SL
Second Life ha dato molto ai miei testi, li ha in
qualche modo plasmati, li ha resi possibili. Io in Real Life non sono una
scrittrice, a dir la verità non sono una scrittrice nemmeno qui in Second Life
o in Craft World, lo preciso perché non vorrei che si indignassero le vere
scrittrici. Una volta una mia amica, già… una mia amica, mi definì, “una
vampira di emozioni”… forse aveva ragione. Quindi ti dicevo che Second Life, e
spero anche Craft World dove sono da poco, sappiano tutte e due darmi, donarmi
quelle emozioni per me indispensabili per continuare a scrivere. Chiedo che mi
aiutino ancora, ne ho bisogno, senza emozioni vivrei male o proprio non vivrei.
Per quanto riguarda il legame che unisce i miei testi
al 2LEI dove sono anni ormai che presento i miei spettacoli teatrali, il
connubio è naturale. La violenza sulle Donne è qualcosa di così anti civile,
anti culturale anti umano che l’esistenza dell’essere umano possa proporre. Mi produce dolore
esistenziale e tutto ciò non è possibile tollerarlo. C’è qualcosa di marcio
nell’essere umano e va combattuta questa piaga iniziando a proporre un
cambiamento culturale sin dalla giovane età, sin dentro le scuole elementari.
Si è persa la dimensione della società civile, la mente si è liquefatta sotto
il peso dell’ignoranza e questo non è possibile.
Grazie a te, Seta, perché nei tuoi scritti ciascuna di noi ritrova una parte di sé, delle proprie emozioni.
Grazie, Seta, è vero, ognuno ha il suo percorso, le sue ragioni per aprirsi
a nuovi orizzonti, benché virtuali o immateriali. Sono pienamente d’accordo con
te sul fatto che, dovunque ci si porti, la nostra sensibilità ci accompagni, ci
segua, anzi si affini proprio nell’impatto con il mondo virtuale, laddove si
mettono in moto tutti i sensi per supplire alla natura rigida dello strumento
di comunicazione. Complimenti per la tua scrittura, che offre contenuti alla nostra riflessione,
in questa fase del progetto 2Lei, sia con il linguaggio teatrale sia con quello filmico.
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