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giovedì 7 aprile 2022
Presentazione del libro “Scuola, maestri, società nella Basilicata liberale” di Michele Pinto
Il libro “Scuola, maestri, società nella Basilicata liberale” di Michele Pinto, particolarmente ricco di documentazione, tratta della politica scolastica adottata dopo l'Unità d'Italia, con uno sguardo alle realtà territoriali del Mezzogiorno, che, benché piuttosto arretrate rispetto a regioni come il Piemonte e la Lombardia, sono state protagoniste di esperienze di avanguardia, quale, ad esempio, quella di Rionero in Vùlture, dove due valenti maestri, Vincenzo Solimena e Giovanni Plastino, dal novembre 1881al novembre 1883 pubblicarono 66 numeri de “L'educatore lucano”, grazie anche “all’impegno pionieristico del tipografo-editore Torquato Ercolani, che nel 1880 aprì a Rionero la sua attrezzata tipografia”, è quanto si legge nella prefazione a cura del già Dirigente Tecnico M.I.U.R. Gerardo Antonio Pinto. Il libro è stato presentato recentemente a Potenza nell’Aula Magna dell’Istituto Comprensivo “A. Busciolano”.Questa rivista si può considerare caposcuola di tutte le altre che, dai primi anni del Novecento, hanno affrontato il tema dell’aggiornamento dei maestri, quali, tra le altre, “Scuola Italiana Moderna”, “I Diritti della Scuola”, “L'Educatore Italiano”. Nel suo testo Michele Pinto affronta le problematiche didattiche evidenziate dalla rivista “L'educatore lucano”, ripercorrendo tutte le tappe dell'istruzione scolastica, a partire dalla Legge Casati del 1860, e spingendosi fino alla Legge 107/2015 della "Buona Scuola" e agli 8 decreti attuativi del 2017. Questa dimensione diacronica dà al libro la sua attualità, in quanto mette in relazione la riflessione e l’impegno organizzativo relativo alla scuola italiana, nella sua prima fase di avvio, con quella presente e si proietta verso un futuro, in cui l’importanza dell’istruzione-educazione sarà sempre più rilevante. Nella prefazione si sottolinea anche il ruolo che “L'educatore lucano” ha avuto ed ha nel conservare le voci vive dei maestri e delle maestre dell’epoca, di cui sono riportate “le testimonianze scritte tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento, sulla cultura pedagogica del periodo, sugli sforzi che i pubblici amministratori e personalità sensibili andavano compiendo nelle diverse realtà comunali della regione per istituire asili infantili, scuole elementari, strutture associative per adulti”, dimostrando una diffusa consapevolezza dell’importanza dell’istruzione nel progresso culturale ed economico della società. Da parte di tutti gli intervenuti alla presentazione del libro, Rocco Telesca, Dirigente Scolastico, Nicola Caputo, già Dirigente tecnico Ufficio Scolastico Regionale per la Basilicata, il già citato Gerardo Antonio Pinto, Franco Villani, editore, è emersa una continuità ideale tra la ricerca sui temi dell’istruzione e dell’educazione dell’Ottocento lucano e quella contemporanea. E’ emersa, inoltre, la figura ideale dell’insegnante e del dirigente scolastico come colui che ascolta, che sa dare risposte e sa mediare tra le diverse personalità di cui la comunità educante è formata, ma soprattutto come portatore di conoscenze e competenze che consolidano la sua autorevolezza come persona e come ruolo. Ha moderato l’incontro Matilde Misseri, docente I.C. “Busciolano”, che ha posto all’attenzione dei relatori e del pubblico alcuni degli aspetti più rilevanti del libro. L’intervento conclusivo è stato riservato, come consuetudine, all’autore. Michele Pinto ha sottolineato le condizioni in cui una comunità progredisce, condizioni che sono il risultato di incontri importanti come quello che vide insieme un paese, la Rionero in Vulture degli ultimi decenni dell’Ottocento, due maestri e un tipografo- editore, impegnati in un discorso comune sulla scuola come centro di progresso culturale e sociale. “Ma era anche la Rionero in Vulture della famiglia Fortunato - ha detto Pinto - e, in particolare, di Giustino Fortunato, figura capace di illuminare e far crescere l’intera comunità. Tutto questo rigoglio di personalità, di idee, di competenze e di impegno imprenditoriale va fatto conoscere ben oltre i confini regionali, perché, come ho voluto dimostrare nel mio libro, sapere da dove veniamo è l’unico mezzo per affrontare in modo costruttivo il futuro.”.
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