Il progetto "Fuori dal labirinto - Una stanza tutta per sé" incontra l'Accademia di Belle arti di Napoli - Corso di Videoinstallazione
Il progetto
“Fuori dal labirinto – Una stanza tutta per sé”
a cura di Lorenza Colicigno
Progetto di spazio sociale e culturale dedicato alle scuole e ai cultori
di letteratura e tematiche di genere
Una galleria? Potrebbe essere definito galleria questo
luogo che sto costruendo con Tonino Lane? Potrebbe esserlo, se vi riferiamo all’etimologia
del termine, probabilmente dal latino medievale “galilaea”, portico di una
chiesa. Un museo? Potrebbe esserlo, se ci riferiamo al significato originario
di “mouseion”, luogo sacro alle Muse. Nella mia idea questa città diacronica
cui ho dato il nome di “Fuori dal labirinto – Una stanza tutta per sé”, è
semplicemente un “luogo”, un “ambiente” di passaggio, di incrocio, in
definitiva, uno spazio sociale e culturale. In questo spazio sono entrata, e
inivito ad entrare, con un’idea forte, oserei dire una visione forte, e quindi
un contenuto/messaggio da comunicare, una storia da narrare, avendo un’ipotesi
di fruitore ideale (in cui si possa intravedere il fruitore reale) e il supporto
di una tecnologia che mi consente di “abitare” l’idea e il contenuto/messaggio,
di entrare a far parte della storia, insieme alle mie compagne e ai miei
compagni di viaggio.
Per diventare “abitanti” dell’idea, della storia nella
spazialità immateriale è necessario che immagini, parole, suoni diventino così
potenti da supplire anche ai sensi che inevitabilmente l’immateriale mette ai
margini.
L’idea che presiede al progetto “Fuori dal labirinto –
Una stanza tutta per sé” è quella di porre rimedio all’esclusione delle voci di
scrittrici dalla trasmissione letteraria, oggi non più giustificabile grazie
alla conquista dell’idea di parità tra i generi, conquista recente ma
consapevolmente o inconsapevolmente preparata dai contributi di tutte le
scrittrici che trovano sull’isola NoiLab (OpenSim Craft Word.org:8002:noilab)
la loro “stanza tutta per sé”, eredità ideale e concreta della riflessione di
Virginia Woolf.
Il progetto prevede la costruzione, ad opera dell’owner
Tonino Lane, di una serie di edifici, di cui solo alcuni sono oggi realizzati compiutamente
e del tutto visitabili, edifici destinati ad accogliere le scrittrici di
diversi periodi storici, prevalentemente poete, nelle loro stanze.
Il percorso parte dall’età dei Sumeri, con la sacerdotessa
e poeta Enḫeduanna, la cui biografia e
parte dell’opera sono installate sulle vele di due barche sumere, a significare
il grande viaggio della cultura e della poesia che nasce donna.
Un’immagine del labirinto di Cnosso evidenzia il valore
simbolico della vicenda di Arianna, che scopre come donna abbandonata,
l’illusione di potersi liberare affidandosi ad una figura maschile, prima
ancora di affidarsi a se stessa.
La struttura urbanistica e l’architettura degli edifici, che
si susseguono a formare un nuovo labirinto, ma libero da barriere e divieti
fisici, benché ancora segnato da pregiudizi e stereotipi di cui si auspica
progressivamente la cancellazione, rimanda a diversi periodi storici, dall’οικία greca alla domus romana, al monastero
medievale, ai palazzo urbano del
Trecento, alla corte rinascimentale,
qui rappresentata, per contrasto, dal castello
periferico di Isabella Morra a Valsinni, dagli edifici barocchi, che per primi sfidano il geometrismo
dell’architettura classica, al ritorno ad essa nei palazzi del Settecento, entrambi sedi di colte Accademie, alle signorili costruzioni dell’Ottocento, dove si formano
e risiedono poeti e poete, narratori e
narratrici risorgimentali e positivisti, per giungere alla prima vera sfida
alla struttura architettonica tradizionale, basata su moduli angolari, con l’Endless
kiesleriana, fino al Duemila, e oltre, un Duemila proiettato verso un futuro
visionario in una nuova sintesi tra umanità e natura, progetto quest’ultimo che
porta la firma di Fabio Fornasari e ed è stato realizzato da Tonino Lane in
linea con l’idea fornasariana delle case che, tra primitivismo e ipertecnologismo,
vagano in un grande bosco orizzontale.
All’evolversi delle strutture si affianca il
contemporaneo evolversi della cultura verso una valutazione più equa del
contributo delle scrittrici all’evolversi di modelli e stilemi letterari, con
la conseguente progressiva emersione di figure di donne, non solo nella
produzione, ma anche nella divulgazione letteraria.
La limitata presenza di scrittrici nelle letterature
europee dipende, di fatto, non tanto dal numero ridotto di esse, bensì dalla
limitata diffusione delle loro opere fino all’oblio, dovuta al fatto che i
luoghi della trasmissione culturale sono stati, e lo sono di fatto ancora oggi,
governati principalmente da figure maschili e dal persistere, in generale, di
letture per stereotipi della tradizione letteraria.
L'incontro
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