Eleonora Bellini mi ha inviato questa poesia sulla città, la pubblico con la gioia di chi riceve un dono prezioso.
La mia città
Non ho una città e le mie radici
affondano nel cuore, dileguano
in aperte radure, percorrono
solitari sentieri senza nome,
si avvinghiano alla mente,
rapaci come l’edera.
Sono le feriali vite e le stazioni
degli avi, sono i portici
favolosi di Saluzzo e di Torino
e le case di pietra, su verso il Sempione.
Sono le mutevoli sponde del Verbano
e le braccia aperte dei viali di Milano.
Sono i paesi vuoti di gente - i nuovi
dormitori - ed i golfi rosa ed oro del Cilento.
Sono i voli e i gridi delle estive rondini
nel cielo della piccola sua torre addormentata.
Sono il cratere, il nuovo lago, gli incontri,
le altre sponde.
il mio indirizzo è il luogo senza dove.